RICORSO STRAORDINARIO AL CAPO DELLO STATO

COMICOST, il Comitato per le Libertà Costituzionali, presieduto dall’avv. Nino Filippo Moriggia del foro di Brescia, ha notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Interno e al Ministero della Salute un Ricorso Straordinario al Capo dello Stato, con il quale sono stati impugnati i DPCM dell’8 marzo 2020, del 9 marzo 2020, dell’11 marzo 2020, del 22 marzo 2020, del 1° aprile 2020, del 10 aprile 2020, del 17 maggio 2020, tutti recanti “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, nonché, l’ordinanza del 20 marzo 2020 del Ministero della Salute, l’ordinanza del 22 marzo 2020 del Ministero della Salute, l’ordinanza del 28 marzo 2020 del Ministero della Salute, la Direttiva ai Prefetti del Ministro dell’Interno dell’8 marzo 2020, Circolare del Ministero dell’Interno del 12 marzo 2020, la Circolare del Ministero dell’Interno del 23 marzo 2020 e tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali, nonché i comportamenti materiali presupposti, connessi e consequenziali, ivi comprese tutte le circolari e istruzioni, formali e informali, note, anche interpretative dal Ministero dell’Interno o da qualsiasi altro Ministero, dalla Presidenza del Consiglio, dal Consiglio dei Ministri o da qualsiasi altro organismo governativo, ai provvedimenti sopra richiamati.

Le 92 pagine di ricorso passano in rassegna tutti i vizi formali e sostanziali dei provvedimenti amministrativi assunti dal Presidente del Consiglio e dai Ministeri durante il periodo emergenziale che ha costretto in casa tutti gli italiani dalla fine di febbraio all’inizio di maggio.
Più nello specifico, COMICOST ha voluto evidenziare la portata lesiva di situazioni giuridiche soggettive degli atti impugnati, nonché la violazione di norme e principi costituzionali nella loro applicazione pratica.

Punto nevralgico dell’atto è quello in cui COMICOST evidenzia l’incostituzionalità dei decreti legge (n. 6/2020 e n. 19/2020), attraverso i quali il Governo si è auto conferito il potere di gestire la pandemia, in piena discrezionalità e senza alcun controllo parlamentare, utilizzando atti impropri, inadeguati e soprattutto posizionati alla base della gerarchia delle fonti, posizione che porta ad escludere anche solo lontanamente un giudizio di prevalenza con la Costituzione, “faro” dell’ordinamento normativo italiano.

Proprio per tale motivo COMICOST ha chiesto anche che venga sollevata la questione di legittimità costituzionale di queste norme.
Nel ricorso, COMICOST tocca anche altri argomenti come: la violazione del principio di ragionevolezza per mancata ponderazione e bilanciamento dei diritti, principi, interessi e valori costituzionali ed in particolare in riferimento al diritto alla salute contenuto nell’art. 32 della Carta Costituzionale, l’invalidità del regime sanzionatorio previsto e applicato in virtù dei DPCM impugnati per violazione del famoso principio “nulla poena sine lege, nullum crimen sine lege”, e altri ancora.

Non si conoscono le tempistiche entro le quali si addiverrà alla decisione di questo ricorso, ma quello che si può affermare con certezza è che questa iniziativa di COMICOST costituisce un coraggioso atto di contrasto al “sistema governativo” ed è certamente qualificabile come un’iniziativa a tutela di tutti i cittadini italiani che a poco a poco e inconsapevolmente stanno venendo privati dei diritti innati di una persona, attraverso un lento ma inesorabile lavoro di erosione parte di un progetto già ben definito. COMICOST non ci sta a sottomettersi senza reagire ed è pronto a portare avanti tutte le azioni, come questo ricorso, che appaiono utili a fermare il disegno di sottrazione dei diritti e a difendere le libertà dell’uomo.



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